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Tulsi: alla scoperta di una pianta sacra e divina

Tulsi pianta

Tra quelle che noi definiamo “erbe ayurvediche” c’è Tulsi, o Tulasī (तुलसी), ossia la pianta di Ocimum Sanctum, il Basilico Santo.

Tulsi nel mondo indiano è una delle piante più sacre e preziose. Venerata, colta secondo precisi rituali e trattata come un essere vivente prezioso, si crede che Tulasī purifichi e allontani ogni male.

È una delle piante officinali più importanti per l’Āyurveda.

Tulasī in sanscrito significa “l’incomparabile” e il suo nome deriva dalle sue tante proprietà.

Con questo articolo, il primo di 3 articoli dedicati alla pianta, iniziamo a conoscere il mondo di Tulsi.

Un pianta divina

Dea Tulasi Tulsi è considerata una divinità, manifestazione della dea Tulasī, e per questo annaffiata e adorata ogni giorno, in particolare da chi segue il visnuismo (o vaisnavismo).

Infatti, è una pianta cara a Viṣnu, per questo chiamata anche Viṣṇupriya, ossia “l’amata di Viṣṇu”, o Haripriya, cioè “cara a Dio (Hari)”.  Per questo l’adorazione di Viṣṇu prevede la presenza di foglie di Tulsi.

Secondo alcuni miti è la dimora della Dea, Śrī, ossia di Lakṣmī, moglie di Viṣnu; secondo altri miti (Devībhāgavata Purāṇa) è un avatar di Lakṣmī stessa.

Altre versioni del mito raccontano che è Vṛndā (un sinonimo di Tulasī), la moglie di un demone, prima ingannata da Viṣnu e poi ricompensata da esso con la trasformazione in pianta sacra.

È anche associata a Kṛṣṇa, avatar di Viṣṇu, e Rada, avatar di Lakṣmī.

Tantissime sono le versioni del mito, tra queste quella in cui Tulasī sia comparsa dal rimescolamento dell’oceano di latte, quando Viṣṇu versò una lacrima di gioia per essere riuscito a impossessarsi del nettare dell’immortalità Amrita (amṛta). Così quella lacrima cadde in Amrita e diede origine alla pianta Tulsi.

Alcuni miti narrano che in ogni parte della pianta trovano dimora delle divinità e i fiumi sacri come la Gaṅgā (il Gange), la Yamunā e la Sarasvatī, che sono anche dee, scorrono tra le radici di Tulasī.

I benefici dell’adorazione di Tulsi

Tanti sono i benefici effetti a livello materiale e spirituale che si crede arrivino a chi adora la pianta, a chi la coglie con rispetto, a chi la innaffia, a chi la tocca.

Basta il contatto visivo con la pianta di Tulsi per portare effetti benefici, come ricchezza e felicità o la rimozione dei peccati.

Mettersi in testa l’acqua attinta dalle foglie di Tulsi fa ottenere la ricompensa che deriva dal bagno nel Gange.

Il tocco della pianta porta a purificazione. Si dice che purifichi anche il terreno in cui cresce.

È talmente sacra che è presente nelle cerimonie funebri, dato che si pensa che porti alla vita eterna.

Annaffiare e prendersi cura giornalmente di una pianta di Tulsi si dice che porti a mokṣa (la liberazione) mettendo fine al ciclo delle reincarnazioni.

Prima di coglierla vengono recitate dei mantra, delle formule sacre e protettive.

Si dice che allontani i demoni, per cui viene piantata vicino alle case con significato beneaugurale, all’interno di una piccola struttura in pietra o mattoni. Spesso la pianta viene vestita con sari e attributi femminili, per ricordare la divinità che rappresenta.

Nello stesso modo in cui l’adorazione della pianta porta benedizioni, si pensa che verrà colpito da maledizione chi la deturpa, la distrugge ecc…

Una pianta officinale preziosa

Tulasī è una pianta dalle tante proprietà officinali, e probabilmente è per questo che nei secoli si siano creati numerosi miti sulla sua sacralità.

Ha molte azioni, tra le quali antibatterica, antinfiammatoria e antiossidante.

In Āyurveda, l’estratto acquoso delle foglie viene considerato un ottimo anupan (veicolo) per altri principi attivi.

La pianta è presente in numerosi formulazioni ayurvediche ed è una pianta rasāyana (ringiovanente).


Conoscevi la pianta di Basilico Santo? Sapevi che è così sacra?

Scrivicelo nei commenti!

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